I vangeli narrano la nascita di Gesù da Maria vergine, la predicazione focalizzata sull'annuncio del Regno dei Cieli e sull'amore al prossimo, e realizzata con
discorsi e parabole accompagnati da miracoli; narrano infine la sua passione, morte in croce, risurrezione e ascensione al cielo. I vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento identificano Gesù con il Messia e il Figlio di Dio.
Dai vangeli appare come la predicazione
e l'operato di Gesù abbiano riscosso nella società ebraica coeva un limitato
successo, conseguito peraltro principalmente tra i ceti più bassi. Il breve
periodo della sua predicazione si concluse con la morte in croce, richiesta, secondo i vangeli, dalle autorità ebraiche
del Sinedrio ma irrogata dall'autorità di Roma (che riservava agli
schiavi una tale sorte), su decisione finale del prefetto romano Ponzio Pilato. Dopo la morte, i seguaci di Gesù ne sostennero
la risurrezione e diffusero il messaggio
della sua predicazione, facendone una delle figure
che hanno esercitato maggiore influenza sulla cultura occidentale.
Secondo il punto di vista ebraico, Gesù è
stato un predicatore itinerante, ma non il Messia atteso; non era Figlio di Dio, non ha compiuto miracoli e, dopo la morte in
croce, non è risorto né asceso al cielo.
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